Sono al supermercato. Uno di quei mostri americani, con un milione di corsie, un miliardo di prodotti, uno zilione di colori e di marche che ti dicono comprami-comprami. E se, italiani illusi, pensate che il nostro Bel Paese sia consumista, levatevi. Perché il consumismo, quello vero, è a stelle e strisce e non ci sono storie. Ad ogni modo, vado alla cassa con il mio carrello pieno e per la prima volta mi viene rivolta la domanda che sentirò per tutto l’anno a venire: did you find everything okay? Me la porranno cassiere e cassieri di tutti i colori e gli accenti possibili, tutti con un sorriso carino e gli occhi che brillano. La prima volta ho sorriso anche io, come un’idiota, pensando che mi fosse stato rivolto qualcosa come il solito How you doin’ che qui in Texas va tanto. In realtà la domanda è più complessa e, con un po’ di elasticità interpretativa, significa Hai trovato tutto quello che cercavi?
Azz…
Lo so che la domanda in realtà non è una domanda. Lo so che alla cassiera non importa davvero di sapere se ho trovato tutto quello che cercavo. Devo solo mettere questa domanda in coda a tutte le altre domande inutili che mi vengono poste qui:
– how was your day
– how are you
– is everything allright…
e mille altre cose che gli americani ti chiedono senza metterci il punto di domanda, cioè senza che gliene freghi una cippa di conoscere la risposta.
Ma la domanda mi inchioda lo stesso. Perché, sì, ho trovato il prodotto per pulire la piastra a induzione, ho trovato perfino un formaggio che somiglia allo stracchino e ho una scatola con dentro 6 doughnuts che sto sbavando da dieci minuti come i cani di Pavlov…Ma ho trovato tutto quello che cercavo? Intendo, venendo qui ad Austin – Texas. Lasciando la mia casa, Milano, i miei amici bellissimi, San Siro, la mia famiglia, il mio lavoro, il Maurizio del bar, la Katia del Carrefour. Ho trovato il calore, l’avventura, l’energia che cercavo? Ho trovato quella conferma che la vita ti offre sempre la possibilità di cambiare, di reinventarti? Ho trovato quel nuovo inizio di cui avevo bisogno per spazzare via tante cose brutte, ma vecchie, per costruire tante cose nuove, ma belle? Ecco, io questa risposta non ce l’ho ancora. Quindi prendo il mio carrello e me ne torno alla macchina, con una bolla grande così nello stomaco. E meno male che ho i doughnuts con cui riempirla.

Mi ricordo lo smarrimento da Walmart, l’incapacità di scegliere, le ore spese nei corridoi a osservare file e file di prodotti ai miei occhi per nulla attraenti. E poi gli americani che mi passavano a fianco e che sembravano il risultato di quell’alimentazione. Il peggiore deterrente agli occhi nostri!
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