
Ragazzo:
papà, la scuola ha lanciato il coprifuoco
si sentono sirene ovunque e le radio sono impazzite
sono nell’aula di ginnastica, che ha 4 ingressi diversi
tutti sono terrorizzati
non è un’esercitazione, è un allarme reale
il mio cuore batte fortissimo
Papà:
ok, calmati
ricorda i tuoi esercizi, respira
Ragazzo:
papà, stanno dicendo a tutti di nascondersi
gli insegnanti pensano che qualcuno sia entrato nella scuola
Papà:
ok, resta calmo, respira lentamente e presta attenzione
Ragazzo:
ok
ok
ci provo
Papà:
ascolta tutti i rumori, fai respiri brevi e ascolta ogni cosa
Ragazzo:
ci sono spari
papà
spari
oh mio Dio
la scuola è invasa da poliziotti
Papà:
stai calmo e resta nascosto
Ragazzo:
papà non c’è modo di nascondersi, questa è una sala completamente aperta
tutto quello che sento sono urla e grida
non posso chiamare, gli insegnanti non lo permettono
cosa faccio papà, ho tanta paura
Papà:
sono qui fuori, ma non mi fanno entrare
stai bene?
puoi chiamare?
Ragazzo:
no
Papà:
stai bene?
Ragazzo:
papà ti voglio bene
sai, in caso che…
Papà:
ti voglio bene
un sacco di ragazzi stanno uscendo dalla scuola
Ragazzo:
qualcuno è morto.
Tutto questo è successo due giorni fa a Denver, in Colorado, alla STEM School Highlands Ranch. Questi sono messaggi veri tra padre e figlio durante il lockdown, cioè la procedura che le scuole attivano quando c’è una persona armata all’interno della scuola. Una persona è morta, Kendrik Castillo, un ragazzo di 18 anni a 3 giorni dal diploma.
A scuola di Leo periodicamente fanno esercitazioni per essere pronti nel caso che questa evenienza si concretizzi. Che poi, l’esercitazione consiste nel nascondersi, perché cosa puoi fare quando qualcuno entra in una classe e inizia a fare fuoco? Per di più con armi automatiche, che possono sparare molti colpi in pochi secondi.
Tutte le classi hanno un drappo rosso e uno verde da appendere sulla porta. La presenza di un drappo rosso indicherebbe alla polizia che dentro quella classe c’è un ferito. O un morto…
Quando succedono questi episodi, e negli USA in questi primi 4 mesi ne sono successi 15 solo nelle scuole, mi viene in mente che la violenza è ovunque, certo. Che le cose brutte accadono ovunque. Che di matti è pieno il mondo. E quando quei matti capitano sul tuo percorso son cazzi.
Ma qui, dove avere un’arma è facile come comprare le sigarette, è peggio.
Qui, dove è venuta fuori l’idea di dare armi agli insegnanti per poter difendere le scuole da eventuali aggressioni armate, sembra che la sola risposta alla violenza, sia ancora più violenza.
Qui, dove la libertà di possedere un’arma è scolpita nella Costituzione, la violenza sembra possedere un che di scontato, di inevitabile, quasi di prevedibile.
E mi chiedo come sia possibile che nella stessa Costituzione ci sia presi la briga di scrivere che ogni essere umano ha il diritto alla ricerca della felicità.
Violenza e saggezza nello stesso testo. Barbarie e poesia. Oscurantismo e modernità.
Ma forse, mi dico, l’America è tutto questo: un insieme di contraddizioni e di contrasti, di luci e di ombre. Un Paese che, in nome della Libertà, può anche sacrificare la vita di qualcuno che si trova, per caso, nel momento sbagliato e nel posto sbagliato.
Addio Kendrik Castillo, 18 anni. Addio.
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