See y’all

view of airliner wing above the clouds
Photo by Vincent Rivaud on Pexels.com

Tra poche ore partiamo per l’Italia. Ecco come voglio trascorrere le prossime 4 settimane:

– una gita a un mare, uno qualsiasi, purché non sia marrone come quello di Chorpus Christi
– una visita quotidiana al fornaio di via Don Minzoni a fare incetta di michette e sfilatini
– aperitivi con la Tadi, come se non ci fosse un domani
– cene con la Tadi, come se non ci fosse un domani
– serate a Netflix, divano e prosecco con la Tadi, come se non ci fosse un domani
– passeggiate in tutti i mercati cittadini
– giri in centro con il Luca, mangiando nelle migliori trattorie di Milano
– chilometri e chilometri con la Lu, parlando di noi donne, noi madri, noi guerriere, noi romantiche
– un giro, da sola, alla Pinacoteca di Brera, fermandomi almeno 15 minuti davanti al Cristo morto del Mantegna e al Bacio di Hayez
– 15 minuti, da sola, davanti al Cenacolo di Leonardo
– un giro in Duomo con la Stefi, la Ida e la Gabri (possibilmente evitando la Terrazza Aperol, che l’ultima volta ci ha grattato 20 euro per uno Spritz annacquato), ricordando com’era bello ieri, e come non è niente male nemmeno oggi
– tante passeggiate per le vie di Milano, a scoprire com’è cambiata e com’è bella con i suoi terrazzi, i suoi tram, la sua architettura, i suoi cortili
– tanti cappuccini con la Wilma, parlando dei nostri figli, che sono cresciuti insieme e che oggi, a volte, vorremmo spiaccicare al muro come ragnetti
– un giro (o due, o tre) in ufficio ad abbracciare tutti, dal primo all’undicesimo piano
– un pranzo con il mio sindaco preferito, ascoltare le sue incredibili storie, raccontargli le mie che forse, per la prima volta, saranno più incredibili delle sue
– una cena con le mie vicine, che mi mancano tanto e a cui manchiamo tanto
– una serata con l’Alberto, a cui basta uno sguardo per capire tutto e con uno sguardo ti dice tutto
– serate in tranquillità da sola, nella mia casa, sperando che abbia conservato il suo odore, l’odore di noi
– qualche serata con la Raffa e le sue figlie, perché sono un pezzo di famiglia acquisita, un regalo speciale del destino, la prova che mio fratello sta imparando a volersi bene sul serio
– un pomeriggio o due con la mia parrucchiera e amica Anto, che mette in ordine la mia testa in più di un modo
– qualche pizza & birra con la Cinzia e l’Ale, gli amici di sempre, il nostro passato, presente e futuro
– tante ore con i miei genitori, sapendo fin da ora che ci sarà da litigare alla morte, ma che alla fine sono i miei genitori, due persone imperfette tanto quanto me.

La cosa più bella di questo ritorno in Italia è che, per la prima volta, quest’anno ho avuto delle persone da salutare anche qui. Qualcuno a cui dire, ci vediamo tra un mese. Qualcuno che ci dicesse buon viaggio, fatevi sentire. Insomma, è stato un anno duro, che mi ha messo alla prova di continuo, ma è stato anche un anno che mi ha regalato delle persone incredibili, persone che mi mancheranno e che sarò contenta di rivedere al mio ritorno. Persone con cui organizzerò cene e uscite, a cui racconterò del mio mese in Italia, a cui porterò regali, pensieri, parole. Perché non c’è partenza più dolce di quella in cui puoi dire arrivederci.
See y’all my friends!

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