Home sweet home

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Il nostro contratto di affitto è in scadenza, quindi ci siamo messi da qualche settimana alla ricerca di una casa nuova. Non è così semplice, perché sembra che ad Austin tutti siano impazziti. C’è un esodo di massa verso la nostra città, che fa paura: i californiani hanno voltato le spalle alle spiagge di Santa Monica e dell’Orange County, oppressi dalle tasse e dal carovita, Elon Musk sta portando qui la sua fabbrica di Tesla e in generale chi vuole investire ed arricchirsi sta giurando fedeltà alla bandiera con la Lone Star.

Io non ho niente in contrario. Ma i prezzi sono alle stelle, maledetto capitalismo che porta una maggiore domanda ad alzare il valore dell’offerta. Quindi oggi, per avere una casetta duplex (quindi con un muro condiviso con un estraneo) con 3 stanze da letto e un giardino da sfruttare circa due mesi all’anno perché poi per i restanti mesi fa troppo caldo o troppo freddo, servono circa 3.000 dollari al mese. Tutta colpa della super scuola pubblica di distretto, la Westlake High School, opificio di campioni, di scienziati, di illuminati e di geni più o meno folli. Per ora nostro figlio sembra collocarsi nella categoria “più o meno folli”, e basta.

Guardare case con mio marito è un’esperienza quasi mistica. Il livello di pazienza, di concentrazione, di introspezione e di elevazione che devo raggiungere mi equipara senza se e senza ma al maestro Oogway di Kung Fu Panda. L’unica traccia di nervosismo che trapela quando lui inizia a storcere il naso per questo o quel difetto, è il settimo nervo cranico che prende vita e inizia a far vibrare la mia palpebra sinistra. Ma vibra così veloce che non si vede, quindi la nostra realtor mi guarda e senza dubbio pensa “Ma come ci riesci, a non mandarlo a cagare?”. E io, nella mente, le rispondo “Ce lo mando almeno cinque volte al giorno, don’t worry”.

Le case al di sotto del budget suddetto, sono praticamente inguardabili: vecchissime, con il legno scrostato, i pavimenti rigati, i bagni disastrati. Oppure sono in condomini-alveare, in cui puoi chiacchierare con il tuo vicino senza nemmeno aprire la porta, e al confronto il mio tre locali di Sesto San Giovanni sembra una casa nel bosco. Ogni volta che visito una casa così, maledico i californiani, Elon Musk e gli investitori in cerca di ricchezze che hanno deciso di riempire le nostre strade con i loro soldi. L’unica consolazione è che quando si accorgeranno che non hanno più la spiaggia, i fiori, le montagne e la bellezza, sarà troppo tardi: ormai saranno prigionieri delle loro ville, senza poter uscire in giardino (infestato di serpenti), con il mare più vicino, marrone e fangoso, a 3 ore di auto e il deserto intorno a loro.

Invece, eccoci qui, davanti a queste casette che, per quanto le paghi, dovrebbero avere almeno gli armadietti della cucina che si chiudono, non che restano semi-aperti o disallineati. Dovrebbero avere degli infissi con meno di 30 anni, anche. E i bagni, cavolo, i bagni dovrebbero ispirarti voglia di lanciarti sotto la doccia e restare mezz’ora a farti aprire i pori dal vapore dell’acqua calda, invece ti fanno venire il dubbio che da quei tubi ESCA acqua calda. In più, dato che siamo in Texas e l’animale nazionale è lo scarafaggio, ad ogni casa che visitiamo c’è sempre un esemplare che sembra ricordarti che quella è casa sua e che tu, se firmi il contratto, sarai sempre il suo ospite indesiderato. Vai, settimo nervo cranico, fai pure, tanto non c’è niente che possa fare per fermarti.

Ovviamente, non tutta Austin è così. Ci sono quartieri in cui trovare casa è più facile, e in cui le case sono più nuove, come quelle che tutti siamo abituati a vedere nei film americani. Anche con 2,000 dollari al mese, in un buon distretto con una buona scuola, puoi metterti in mano le chiavi di una signora casa. Il distretto di Westlake, invece, fa storia a sè, proprio perchè, come ho detto, ha una scuola che fa gola a tante famiglie e perché è una piccola enclave milionaria che in ogni modo scoraggia chi ha un conto corrente con meno 6 zeri a fare le valigie. Noi abbiamo resistito e resistiamo ancora, perché nel foglio Excel, colonna priorità, con coefficiente massimo, abbiamo messo SCUOLA. E’ stata una scelta all’italiana, ma forse neanche tanto, perché anche qui le basi per un futuro luminoso si gettano ora, sui banchi di scuola. E fa una grande differenza nella tua vita il tipo di percorso scolastico che sceglierai. In più per Leo vivere qui è una buona lezione di vita, perché quando parcheggia la mia macchina nel parcheggio della scuola accanto a Lamborghini e Tesla, ha due scelte: rosicare con un matto e maledire i suoi umili natali, oppure misurarsi con gli altri su parametri diversi dai cavalli della macchina o dalla lunghezza del conto in banca.

In tutto ciò, comunque, nostro figlio non partecipa alla ricerca della casa, ma ha espresso una preferenza: che la sua stanza sia su un altro livello rispetto alla nostra, in modo da poter ascoltare musica a volume insano, stare su FaceTime fino a notte fonda senza essere disturbato dalle nostre proteste e, più in generale, per illudersi per qualche attimo di vivere da solo invece che con due genitori scomodi. La sua preferenza è stata annotata, commentata (quando lavorerai ti prenderai la casa che vorrai) e cestinata right away. Nota a margine: capisco perché gli americani festeggiano quando questi mostri compiono 18 anni, finiscono la High School e tolgono il disturbo emigrando in qualche università. Prima dell’adolescenza non lo capivo, ma adesso lo capisco. Come si stava meglio, quando si guardava Kung Fu Panda tutti insieme sul divano…

4 risposte a "Home sweet home"

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  1. Ciao,
    Noi ci siamo trasferiti al di fuori del vecchio school zone, e abbiamo fatto richiesta di frequentazione stesso high school dato che erano già studenti.
    Hai considerato questa opzione?
    Altra cosa, dici che guida, quindi è un junior? Se così fosse stringi I denti un altro anno e poi compra dove meglio credi!
    Ti leggo sempre con molto piacere!

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    1. Ciao Elena! Sì, abbiamo avuto l’idea di fare richiesta di transfer, ma dato che la scuola è molto “esclusiva” abbiamo paura che rifiutino, e cambiare scuola da junior è traumatico. Teniamo duro un altro anno e poi…liberi 😊 Grazie ❤️

      "Mi piace"

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