About me

summer countryside grass outdoor
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Arriva un giorno quel momento lì, in cui vorresti sfanculare tutto: il lavoro, Milano, la famiglia pressante, le delusioni, la tua vecchia casa. Pensi che sarebbe bello tirare una linea e dire ok, ora ricomincio da qui, facendo tutto nuovo, facendo tutto diversamente. Il più delle volte bastano una tisana o un prosecco per far tornare tutto a posto. Ma se l’erborista è chiuso e hai già l’emicrania per pensare di peggiorarla con le bollicine, allora quella sensazione rimane lì, la goccia continua a cadere, il silenzio le fa da eco. Plic, plic, plic. Arriva poi un giorno un altro momento, o almeno può arrivare, in cui la possibilità di sfanculare tutto bussa alla tua porta. Sul serio. Ti prende e ti dice ehi, mica eri tu che volevi tirare una linea? Mica eri tu che volevi ricominciare facendo tutto nuovo, facendo tutto diversamente? Ecco, prepara la valigia. Saluta il tuo lavoro e i tuoi amici. Di’ addio alla tua pallosissima famiglia. Tieni il pennarello e tirala, ‘sta linea. E tu, che hai ancora l’emicrania, senti solo plic, plic, plic. E prendi il pennarello in mano…

Ecco, questo è in linea di massima quello che è successo a me. Il mio nuovo orizzonte si chiama Austin, capitale del Texas, nel Sud degli Stati Uniti. Nel Sud, sì, perché pare che il mio destino sia sempre quello di essere una terrona, ovunque io vada. E’ un problema? Certo che no, io amo i terroni, ci sono cresciuta in mezzo. Mio padre (sardo) parla ancora mettendo le doppie in tutte le parole e mia madre (napoletana), ha quella voce lì, due ottave superiori alla media.
Ad ogni modo, quando la mia dolce metà mi ha parlato di trasferirci ad Austin – Texas, io gli ho detto “Austin dove fanno la Formula 1?”. Avevo quel pennarello in mano e tanta, tantissima voglia di tirare quella linea, quindi se fosse anche stato Albuquerque nel Nuovo Messico o Pierre nel South Dakota, avrei accettato con il medesimo, folle entusiasmo. E poi io ADORO la Formula 1…

Quindi valigie, spedizioni, casa, scuola nuova per Leo, documenti e notti insonni. E siamo qui. E’ passato un po’ dall’ottobre del 2017. Come va? Ora ve lo racconto.

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